Tramortito sulla via di Damasco ho seguito per molte settimane gli aquiloni del mio pensiero: colorati e bellissimi mi hanno ingannato sui molti aspetti della mia personalità, poi si sono sostituiti ad essa e mi hanno regalato l'assenza. Un blog può essere molte cose, mi domando quante riesca a contenerne. Siamo già un po' più in là o sono io ad avere le allucinazioni? Come si possa arrivare a questa frattura e come la si possa ricomporre non mi è noto. Il maschio virile non riesce a convivere con l'uomo pensante: due binari perfettamente lucidi e paralleli che mi indicano una direzione ambigua. Potrei percorrerli in ambedue le direzioni: una mi direbbe che ho perso alcune importanti occasioni e non ho visto quadri palesi, l'altra mi racconterebbe la favola di un possibile e lontanissimo futuro. E' come se il seme rifiutasse di riconoscere la sua pianta. Ho voglia di ripercorrere le strade che sembrano le solite, di sentire frusciare via le vostre parole. Quando l'assenza si ripresenterà sarò più pronto, sarà la fine o la guarigione.
Vorrei
regalarvi qualcosa
che
non avesse parentela
alcuna
con
l'affetto
che
fosse nemica giurata
della
stima e della tranquillità.
Baciarvi
i seni e
prendervi
ovunque
mi assalisse la febbre
di
farlo.
Non
ditemi che tutto ciò non era
previsto,
non
ditemi che volevate di più.
Vorrei
spezzare le vostre braccia
che
mi legano come
liane
di selva
e
blandiscono il mio cuore con
sorrisi
senza fondo.
Lasciate
che io mi sieda in mezzo
ai
vostri occhi
e
vi dica dove il grande mago
nasconde
il
segreto che tende le nostre vite
le
une sulle altre.
Quando
saremo lì
potrà
essere forse lo sgomento
di
noi stessi
ad
impedirci di contare tutti i modi
per
parlare d'amore.
Nessun commento:
Posta un commento
Un uscio stretto ma ho i miei motivi: vi leggo quasi sempre in silenzio.