lunedì 16 dicembre 2024

UN UOMO -

Un uomo è quello che ha amato: scrive di arte, politica, natura, musica e motori ma in verità scrive sempre e solo della stessa identica cosa: dell’altra metà del cielo. E, mentre scrive e descrive, quell’altra parte si fa beffe di lui e si allontana in un crudele gioco di Tantalo. Fine della corrente, il senso è tornato a passeggiare dove i commenti non lo possono agguantare e le parole restano vuote. La sensazione di fine corsa non si spiega, si sente; eppure c’è qualcosa dentro le mie righe che secondo me non è stato letto. Qualcosa che in mancanza di lettura e comprensione (che non è assuefazione e adeguamento ma solo comprensione) illanguidisce scioccamente dentro. Leggo i vostri testi per esempio e la prima volta non è mai come la seconda o la terza o come quando ci arrivo partendo da lontano…da testi vostri apparentemente distanti secoli. Evidentemente c’è altro, c’è un senso profondo che sfugge al primo incontro, che sta sotto o sopra. Il mio nulla da dire è il reale concreto, la sensazione di una stagione che appare finita a tutti persino a me, ma non basta. E’ finito così il guscio, la tenerezza antica, il sorriso restato a metà, persino il desiderio di scriverlo meglio urge ancora e se ne frega del virtuale e di molte altre cose ancora. A lungo in queste ore ho pensato a quanto tutto sia assolutamente inutile. La scrittura, il blog, le questioni aperte e chiuse, i miei ricordi, le mie continue sconfitte. La mia indole maledetta e il mio bicchiere sempre vuoto per metà. L'istinto di oscurare e mandare ogni cosa a quel paese ritorna ad ondate: devo lottare contro questo cupio dissolvi ma è una lotta impari; prima le parole uscivano più lentamente sulla carta, c’era tutto il tempo di vederle crescere e spalmarsi sul bianco come spose in attesa del principe azzurro. Il mio antico vizio non si confrontava con nessun altro pretendente, mancava lo stimolo perverso del contraddittorio col suo carico di fine annunciata. L’astrazione è parte della mia vita da sempre: è una fuga dagli orrori (anche concettuali) e dalle mediocrità. Vado via, mi allontano e guardo le cose in una prospettiva meno asfittica, in fondo vivo alla stessa maniera o almeno ci provo. Mi distraggo ogni tanto…cambio luogo, scrivo altrove, leggo altrove...

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Un uscio stretto ma ho i miei motivi: vi leggo quasi sempre in silenzio.