martedì 10 dicembre 2024

PILOTA AUTOMATICO -

“La mia infelicità vera è iniziata nel momento in cui ho iniziato a mediare ogni moto “di pancia” attraverso la ragione” – cit NICOLETTA RANALDO. 
 La natura vera e profonda, il nostro istinto “privato”, quello che ci fa uno diverso dall’altro, guida comunque la nostra vita. E’ vero quello che afferma Nico, ad un certo punto del nostro cammino, per la prima volta, iniziamo a mediare: ci sostituiamo al pilota automatico che ci ha portato fino a quel giorno. Non ci fidiamo? Vogliamo altro? Abbiamo bisogno di socialità condivise e misurate? Ognuno ha i suoi motivi e quel punto può riproporsi altre volte lungo il cammino. Io credo che, nonostante i nostri sforzi, andare contro natura, inguainare l’istinto e credere di pilotarlo dove e come vogliamo noi sia solo una menzogna. La nostra vita pian piano comincia a stridere, a imballarsi e a singhiozzare…alla fine è uno schifo che non riconosciamo più come nostro. Questa maledetta ragione e, appresso ad essa, l’autoanalisi e le elucubrazioni conseguenti mi hanno personalmente ridotto ad un fantasma senza colore, un essere che grida a bocca aperta e annega rifiutandosi di nuotare. Da un certo punto in poi non c’è ritorno, almeno non c’è alternativa esistenziale: devi accontentarti, se ce la fai, di scappatoie filosofiche, ectoplasmi del tuo pensiero in forma di deja-vu che fanno più male del presente. Io ho trascorso la mia vita litigando continuamente col mio pilota automatico. Ho anche preso una licenza di volo e l’ho sbandierata come viatico per una rotta sicura e felice mentre il pilota automatico si faceva beffe di me… adesso mi guarda con un ghigno a braccia conserte. L’aereo vola in apparente calma, niente e nessuno sembra poter interferire sul viaggio, ma se guardo fuori dai finestrini di questo Blog il paesaggio è quello di rovine a perdita d’occhio. Anche volendo riaffidare il comando alla parte più libera e selvaggia di me potrei al massimo trovare una piccola radura tra i sassi, atterrarci, accendere un fuoco e guardarmi attorno per scoprire da dove arriverà la fine.

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Un uscio stretto ma ho i miei motivi: vi leggo quasi sempre in silenzio.